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| ATTENZIONE: il seguente articolo contiene SPOILER sulla trama!
Ho appena finito di leggere La Danza dei Draghi, lettura che, come previsto, non ha richiesto più di 2 giorni e mezzo, complice la tesi praticamente finita, casa libera per tutto il weekend e la mia ferrea decisione a non chiudere il libro se non per espletare le necessarie funzioni vitali e avere di tanto in tanto un minimo di vita sociale.
Prima di inoltrarmi nel merito dei contenuti del libro, vorrei spendere due parole a proposito dell’aspetto editoriale: ho notato, infatti, che le pagine sono strapiene di refusi ed errori di battitura, che si estendono anche a verbi e aggettivi non correttamente concordati con i sostantivi a cui si riferiscono, indici di una disattenzione e di una sciatteria estrema verso il materiale da mandare in stampa. A questo proposito, ho trovato un articolo sul web che esprime le mie stesse perplessità riguardo sia a questo che ad altri aspetti della versione italiana. L’articolo sottolinea, tra le altre cose, numerosi errori di traduzione, che sarebbe davvero troppo riduttivo chiamare “licenze poetiche”. Tra le altre cose, è da notare la discutibile traduzione del motto di casa Greyjoy (che persiste, mi pare di capire, fin dai volumi precedenti, ma che nessuno si è curato di correggere) con “Noi non sappiamo tessere” al posto di “Noi non seminiamo”: traduzione che, oltre ad essere grossolanamente sbagliata a livello di significato letterale della parola “sow”, suona anche decisamente male. L’articolo evidenzia anche un’altra pecca dell’edizione italiana curata da Mondadori, ovvero il riassunto della trama nel risvolto di sovra copertina che sconfina decisamente nello spoiler. Io, a dire la verità, non mi ero nemmeno posta il problema, perché sapendo già quali POV avrei trovato nel libro e sapendo a che punto eravamo arrivati nel volume precedente, il riassunto non l’avevo proprio considerato; dopo aver letto l’articolo, però, sono andata a controllare, ed effettivamente devo dire che il riassunto non si limita a stimolare la curiosità del lettore, ma rivela particolari fondamentali su come andranno a finire le vicende dei vari personaggi. Il caso più eclatante è di certo quello di Quentyn Martell, di cui viene detto che (cito testualmente) “si lancia in un’impresa destinata a rivelarsi suicida”. Più chiaro di così credo che non poteva essere. Immagino che la Mondadori abbia buon gioco a trascurare certi particolari, dando per scontato che gli appassionati compreranno i libri comunque (la sottoscritta ne è la prova vivente), essendo loro i soli a detenerne i diritti, ma direi che la qualità (almeno editoriale) del prodotto non vale assolutamente i bei 19 euro stampati sul secondo risvolto di copertina. Dopo che non si vadano a lamentare se sempre più ge...Read the whole post...
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